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Il Settore Agricolo Canadese
Secondo i dati dell’ultimo censimento dell’agricoltura (2011) il numero di aziende agricole in Canada era pari a 205.730 e la dimensione media di queste era di circa 778 acri. Il 58% circa era classificato come aziende principalmente dedite all’agricoltura mentre il restante consisteva principalmente in allevamenti di bestiame (bovini, suini, ecc.).
Il numero di addetti era di 293.925. Circa un quinto delle aziende agricole sono concentrate in Ontario, seguito da Alberta, Saskatchewan e Québec. Nelle praterie (Alberta, Manitoba e Saskatchewan) prevalgono le colture estensive, prevalentemente cerealicole, mentre nelle province dell’est e in British Columbia si trovano soprattutto aziende con coltivazioni intensive, di estensione (acri) minore.
Il PIL del settore agricolo (così come identificato dal codice di riferimento NAICS 11) supera i $27 miliardi (€20 miliardi).
I trend osservati dal censimento indicano un’evoluzione delle operazioni agricole verso una maggiore razionalizzazione e gestione di tipo manageriale delle operazioni, un crescente uso non solo di meccanizzazione ma anche di automazione, ICT, GPS, Protocolli WIFI e strumenti tecnologici avanzati.
L’agricoltura ed i prodotti agro-alimentari sono destinati a rivestire un ruolo sempre più importante nei mercati e nell’economia globali.
Il Canada per la sua estensione e la quantità delle terre coltivabili o potenzialmente coltivabili ha un ruolo strategico nella produzione e nell’esportazione di commodities agroalimentari.
Le variazioni climatiche e l’aumento delle temperature dovrebbero avere un effetto decisamente positivo per il paese, ampliando non solo la dimensione delle terre coltivabili ma anche la varietà delle coltivazioni. Non a caso, importanti multinazionali agri-food come Monsanto, Dupont, GarGill hanno sedi e centri di ricerca importanti in Canada.
Per quanto riguarda le coltivazioni intensive, le mutazioni climatiche e le condizioni metereologiche estreme che iniziano già a diffondersi in Canada come altrove, porteranno ad una diffusione maggiore di serre e di tecnologie correlate.
In questo scenario generale, l’offerta tecnologica italiana potrebbe avere un ruolo importante soprattutto per le tecnologie che riguardano l’orticoltura, la frutticultura e la floricoltura dove il più elevato valore delle raccolto giustifica l’impiego di strumenti moderni ed avanzati.
Nel 2014, l’Italia, con una quota di mercato di poco superiore all’1,8%, è il sesto paese fornitore del Canada. Ai primi posti gli USA e la Germania, che assieme contano per più dell’80% delle importazioni totali del Canada, seguiti dalla Cina.
La performance positiva dell’Italia, che nel 2014 ha registrato un incremento del 19,2% sull’anno precedente, è in controtendenza non solo rispetto alla diminuzione complessiva delle importazioni canadesi del settore, ma anche rispetto all’andamento delle importazioni dai principali concorrenti americani, europei ed asiatici. Fra i primi dieci paesi fornitori del Canada, infatti, soltanto il Belgio e la Svezia hanno chiuso il 2014 registrando un andamento positivo.
Il numero di addetti era di 293.925. Circa un quinto delle aziende agricole sono concentrate in Ontario, seguito da Alberta, Saskatchewan e Québec. Nelle praterie (Alberta, Manitoba e Saskatchewan) prevalgono le colture estensive, prevalentemente cerealicole, mentre nelle province dell’est e in British Columbia si trovano soprattutto aziende con coltivazioni intensive, di estensione (acri) minore.
Il PIL del settore agricolo (così come identificato dal codice di riferimento NAICS 11) supera i $27 miliardi (€20 miliardi).
I trend osservati dal censimento indicano un’evoluzione delle operazioni agricole verso una maggiore razionalizzazione e gestione di tipo manageriale delle operazioni, un crescente uso non solo di meccanizzazione ma anche di automazione, ICT, GPS, Protocolli WIFI e strumenti tecnologici avanzati.
L’agricoltura ed i prodotti agro-alimentari sono destinati a rivestire un ruolo sempre più importante nei mercati e nell’economia globali.
Il Canada per la sua estensione e la quantità delle terre coltivabili o potenzialmente coltivabili ha un ruolo strategico nella produzione e nell’esportazione di commodities agroalimentari.
Le variazioni climatiche e l’aumento delle temperature dovrebbero avere un effetto decisamente positivo per il paese, ampliando non solo la dimensione delle terre coltivabili ma anche la varietà delle coltivazioni. Non a caso, importanti multinazionali agri-food come Monsanto, Dupont, GarGill hanno sedi e centri di ricerca importanti in Canada.
Per quanto riguarda le coltivazioni intensive, le mutazioni climatiche e le condizioni metereologiche estreme che iniziano già a diffondersi in Canada come altrove, porteranno ad una diffusione maggiore di serre e di tecnologie correlate.
In questo scenario generale, l’offerta tecnologica italiana potrebbe avere un ruolo importante soprattutto per le tecnologie che riguardano l’orticoltura, la frutticultura e la floricoltura dove il più elevato valore delle raccolto giustifica l’impiego di strumenti moderni ed avanzati.
Nel 2014, l’Italia, con una quota di mercato di poco superiore all’1,8%, è il sesto paese fornitore del Canada. Ai primi posti gli USA e la Germania, che assieme contano per più dell’80% delle importazioni totali del Canada, seguiti dalla Cina.
La performance positiva dell’Italia, che nel 2014 ha registrato un incremento del 19,2% sull’anno precedente, è in controtendenza non solo rispetto alla diminuzione complessiva delle importazioni canadesi del settore, ma anche rispetto all’andamento delle importazioni dai principali concorrenti americani, europei ed asiatici. Fra i primi dieci paesi fornitori del Canada, infatti, soltanto il Belgio e la Svezia hanno chiuso il 2014 registrando un andamento positivo.
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